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Il bambino allergico



0-16 anni


Il bambino allergico



Di cosa si tratta
Si tratta di un bambino il cui organismo reagisce in modo eccessivo contro determinate sostanze, che invece in molte altre persone non danno problemi. Queste sostanze vengono chiamate allergeni.

Quando il soggetto allergico viene a contatto con l'allergene, il suo sistema immunitario (cioè il sistema che "difende" l'organismo dagli agenti esterni) produce un'abnorme quantità di un tipo di anticorpi detti immunoglobuline E.

Ai contatti successivi con l'allergene, le immunoglobuline E in eccesso provocano la liberazione di una grande quantità di istamina e di altre sostanze, responsabili del gonfiore, del prurito, dell'aumento delle secrezioni (come ad esempio lo scolo nasale tipico della rinite allergica, la diarrea dell'allergia alimentare sono degli esempi) che caratterizzano tutte le forme di allergia.



Perchè un bambino è allergico?
Esiste una predisposizione ereditaria all'allergia (si parla anche di "costituzione atopica"): alcuni soggetti, cioè, nascono con una tendenza ad essere allergici. E' frequente, infatti, trovare nella stessa famiglia più soggetti allergici.
Sembra però che un bambino manifesti sintomi di allergia soprattutto se viene a contatto ripetutamente e precocemente con l'allergene. In questi ultimi anni si è registrato un notevole aumento delle allergie, sembra a causa di inquinamento, additivi alimentari, alta temperatura nelle abitazioni, fattori che rendono molto più probabile e precoce il contatto con allergeni respiratori (ad esempio l'acaro della polvere) o alimentari. Una teoria recente attribuisce l'aumento delle allergie all'"eccesso di igiene" in cui i nostri bambini vivono nei primi mesi di vita: il loro sistema immunitario, invece che rivolgersi contro i bersagli "classici" ( agenti infettivi come virus e soprattutto batteri), finisce per attivarsi in modo esagerato contro altri bersagli con cui normalmente invece dovrebbe convivere.

Quali sono gli allergeni più comuni?
I più comuni sono: proteine del latte vaccino, uovo, pesce, frutta secca, pollini, cereali, acari della polvere, peli o forfora di animali. Ad essi dobbiamo aggiungere: additivi e coloranti alimentari, veleni di insetti, farmaci.
Gli allergeni alimentari sono responsabili soprattutto di sintomi gastrointestinali e cutanei (diarrea e vomito, rallentamento della crescita, eczema). Gli allergeni inalanti (trasportati dall'aria) causano sintomi alle vie respiratorie ma anche alla cute (rinite allergica e asma bronchiale, eczema).
Gli allergeni penetrano nell'organismo attraverso le mucose respiratoria e intestinale. Infatti, nei primi mesi di vita le mucose respiratoria e intestinale sono particolarmente permeabili (cioè lasciano passare più facilmente molecole anche grosse come quelle, appunto, degli allergeni).




Come si manifesta

Sono, come già detto, soprattutto di tipo respiratorio, gastrointestinale, cutaneo. Nei casi gravi, soprattutto quando la penetrazione dell'allergene avviene per puntura (farmaci, veleni di insetti), la reazione può essere così violenta da mettere in pericolo la vita del bambino.


Per saperne di più, consultate le schede relative a:

Rinite allergica

Congiuntivite allergica

Asma bronchiale

Eczema

Orticaria

Grave reazione allergica











Come si modificano i sintomi nel tempo?
Le allergie alimentari guariscono quasi tutte entro i primi anni di vita.
Le allergie respiratorie guariscono entro la pubertà in circa il 40% dei casi, pur con la possibilità di occasionali ricadute.



E' possibile prevenire le allergie?
E' consigliabile, per ridurre la gravità e ritardare la comparsa dei sintomi attuare tutti quei provvedimenti che possano limitare il contatto con i principali allergeni.

Se il bambino è a rischio di allergia (cioè ha almeno 2 parenti di primo grado allergici), è opportuno seguire i seguenti consigli:


allattare al seno fino ad almeno 6 mesi (se ciò non è possibile, il pediatra può consigliare un latte dietetico specifico a base di proteine idrolisate, cioè fortemente spezzettate in modo da non provocare allergie)

svezzare non prima dei 6 mesi
introdurre tardivamente gli alimenti più allergizzanti (ad esempio uovo, pesce, agrumi, pomodoro)

non fumare in casa (il fumo, infatti, irrita le mucose, rendendole più permeabili al passaggio degli allergeni)
evitare tappeti, tendaggi, moquette, peluche, materasso in lana, coperte di lana e possibilmente mettere in atto i consigli per la profilassi della polvere di casa, per lo meno nella camera del bimbo

Nei bambini con eczema si raccomanda di mettere in atto i consigli per la profilassi contro gli acari, per lo meno nella camera del bimbo, per evitare che, attraverso la pelle irritata, entrino in contatto con il sistema immunitario (col rischio di scatenare, negli anni successivi, un asma o una rinite allergica).


La diagnosi
Per arrivare ad una diagnosi, il pediatra può avvalersi di alcuni test. I principali sono:


Prick test, o test cutanei: si testano, sulla pelle del bambino, goccioline di estratti di allergeni.

RAST: dosa nel sangue i livelli di IgE specifiche per i singoli allergeni (può essere un ausilio ai Prick nel caso in cui questi risultino dubbi, o un'alternativa ad essi nei casi in cui non siano realizzabili.

PRIST: dosa nel sangue le IgE totali (è poco significativo, potendo solo far sospettare la tendenza allergica del bambino, ma non la specifica allergia verso un determinato allergene)

Va però sottolineato che ai fini della diagnosi i test da soli non sono sufficienti, ma vanno sempre correlati al quadro clinico.



Cosa fare
I provvedimenti variano a seconda del tipo di problema e della gravità dei sintomi.
In generale, possiamo distinguere:


terapie che alleviano i sintomi

terapie che si propongono di rendere meno "irritabili" le mucose (in modo che il contatto con l'allergene provochi sintomi il più possibile lievi)

terapie che mirano a "desensibilizzare" il paziente allergico, cioè a riportarlo ad una situazione in cui il suo organismo "tollera" il contatto con l'allergene (senza innescare la reazione allergica)

Come prevenire
Qualunque siano l'intensità dei sintomi od il tipo di manifestazione, una volta che il bambino è diventato allergico, deve soprattutto evitare il più possibile il contatto con l'allergene in causa. Quindi:

chi è allergico agli acari, ai pollini, al pelo di gatto, alle muffe, si atterrà ai consigli specifici

chi è intollerante alle proteine del latte vaccino dovrà seguire precisi accorgimenti dietetici


chi ha avuto una reazione allergica a un farmaco o al veleno di un insetto (ape, vespa, calabrone), dovrà cercare di evitare nuove occasioni di contatto con tali allergeni e munirsi del kit di pronto intervento.